Giovanna Furlanetto, mecenate pasionaria

Considerazione a caldo a margine della presentazione dei finalisti del Premio Furla. Parla Giovanna Furlanetto, ideatrice di un progetto che ha fatto scuola. Nonostante i freni burocratici e le tentazioni di bypassare il mecenatismo in favore del business.

Si resta sempre un po’ piacevolmente stupiti di fronte a un sostegno tanto convinto da parte di soggetti privati nei confronti dell’arte, a maggior ragione se contemporanea. E se in Italia. Quali difficoltà trova la Fondazione Furla a continuare il proprio percorso?
Il nostro progetto è nato nel 2000: se sono andata avanti 12 anni è perché ci credo fortemente. La nostra Fondazione non è stata ancora accreditata presso il Ministero dei Beni Culturali, quindi non possiamo defiscalizzare nemmeno un euro di quello che investiamo e che stiamo investendo in questi anni nel progetto. Speriamo l’anno prossimo di poter fare ancora di più, dal momento che verrà riconosciuta ufficialmente la nostra attività in campo culturale.

L’imprenditore-mecenate, oggi, non si sente un po’ abbandonato dalle istituzioni?
Sì, ci si sente soli. Perché se non fai nulla non va mai bene, ma quando fai ti esponi. Noi abbiamo sempre cercato di non mercificare l’arte. Perché non far disegnare, anche noi, una borsa a un artista? Abbiamo sempre cercato di dare al progetto caratteristiche tali da metterlo al riparo da questo possibile tipo di critica; però devo dire che momenti di sconforto dovuti al “clima” ci sono e ci sono stati. E ti trovi a chiederti: ma se mi facessi anche io una bella collezione e punto? Sarebbe una delle migliori d’Italia…

Jimmie Durham alla presentazione del Premio Furla Giovanna Furlanetto, mecenate pasionaria

Jimmie Durham alla presentazione del Premio Furla 2012

Dove trovare, allora, le energie per continuare sulla propria strada e non cambiare? Magari verso lidi più semplici da raggiungere…
Ho sempre lavorato “col mio fuoco”, con il mio entusiasmo. E anche con la convinzione che la ricerca artistica produca a cascata innovazione per il sistema Paese, di cui l’Italia ha drammaticamente bisogno per continuare il suo secolare percorso di eccellenza. E anche per ribadire quello che ci viene riconosciuto in giro nel mondo: ovvero di essere un Paese straordinariamente creativo. Bisogna tenere questa energia accesa, perché riverbera a 360 gradi.

La moda ammicca da tempo al mondo dell’arte. Esistono esperienze, penso a Trussardi o Prada, che pur nella differenza progettuale rispetto a voi vedete come realtà con cui confrontarsi?
Noi siamo molto orgogliosi della nostra unicità, soprattutto per il fatto che non facciamo collezionismo. E che tutte le nostre energie, l’impegno e gli investimenti sono rivolti a sostegno della crescita dei giovani artisti. Ovviamente abbiamo rispetto per il lavoro che fanno altre fondazioni, ma teniamo molto alla peculiarità e al carattere unico del nostro progetto.

Presentazione del Furla Giovanna Furlanetto, mecenate pasionaria

Presentazione del Furla 2012

Come vede il Premio Furla tra dieci anni?
La Fondazione è stata creata proprio per dare sostegno a questo progetto anche in prospettiva. Per cui mi auguro che la Fondazione continui a crescere accanto all’azienda e che l’azienda possa avere uno sviluppo tale da potersi permettere di fare ancora di più nel campo dell’arte.

Francesco Sala

www.fondazionefurla.org

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Francesco Sala

Francesco Sala

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