Adotta un pannello bronzeo del Battistero fiorentino alla modica cifra di 150mila euro. Dopo il restauro della Porta del Paradiso, iniziano i lavori sulla Porta Nord: con una innovativa governance…

Il complesso restauro della Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti, frutto di un lavoro durato 27 anni e portato a termine lo scorso settembre, è stato solo il primo step di un grande progetto. E mentre i visitatori possono già confrontasi con l’originale riportato a nuova vita, dietro l’avveniristica teca del Museo dell’Opera del Duomo, […]

Il complesso restauro della Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti, frutto di un lavoro durato 27 anni e portato a termine lo scorso settembre, è stato solo il primo step di un grande progetto. E mentre i visitatori possono già confrontasi con l’originale riportato a nuova vita, dietro l’avveniristica teca del Museo dell’Opera del Duomo, fervono i preparativi attorno alla Porta Nord, realizzata dallo stesso Ghiberti tra il 1402 e il 1424. L’ormai estenuato capolavoro, su cui secoli di intemperie hanno depositato una patina ormai pesantissima, sarà sostituito da una copia intorno a Pasqua 2013, e sottoposto a un delicato lavoro di restauro che si protrarrà almeno fino all’anno 2015. Il lavoro aiuterà anche a constatare se la Porta Nord era tutta o in parte ricoperta di oro come la Porta del Paradiso.
L’eccezionalità dell’operazione consiste poi nella scelta di affidare il reperimento dei fondi a un’Associazione ONLUS, la Guild of the Dome Association, costituitasi lo scorso luglio appositamente per finanziare i lavori di tutela e restauro del Complesso di Santa Maria del Fiore. Tramite una non indifferente quota d’iscrizione (150mila euro), ognuno dei soci potrà “adottare” un pannello della porta, finanziandone il restauro e la replica da porre al posto dell’originale. Il progetto si estenderà fino alla restante porta di Andrea Pisano, per toccare un budget complessivo di oltre nove milioni di euro.
Grandi e ingombranti cifre, che si affacciano oltretutto su un periodo sempre più ostile agli investimenti sulla cultura. Ma è proprio distinguendosi con decisione dal comparto pubblico, che Guild of the Dome intende raggiungere il suo obiettivo finale. Nelle mani di singoli “investitori illuminati”, il profitto economico potrà convertirsi in un apporto d’immagine e di cultura, che legherà indissolubilmente il loro nome ai singoli pannelli restaurati. Nell’incontro svoltosi nei giorni scorsi, le prime sei copie (associate ai sei soci fondatori della Guild) sono state presentate al pubblico. Con un obiettivo finale di sessanta “adozioni”, la strada da percorrere è ancora assai lunga e tortuosa, specie perché sottoposta alla scelta libera (e spesso interessata) dei singoli investitori. Ma fuori dalle più ristrette logiche di mercato, questa iniziativa potrà forse stimolare un nuovo circolo virtuoso, entro cui la cultura non sarà solo voce di bilancio, ma (come la storia di Firenze insegna) quel valore aggiunto su cui ogni sistema nasce e si consolida.

– Simone Rebora

www.operaduomo.firenze.it
www.guildofdome.com


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Simone Rebora

Simone Rebora

Laureatosi in Ingegneria Elettronica dopo una gioventù di stenti, Simone capisce che non è questa la sua strada: lascia Torino e si dedica con passione allo studio della letteratura. Novello bohémien, s’iscrive così alla Facoltà di Lettere a Firenze, si…

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