I giorni e le notti delle spighe. Tessarollo evangelico

“Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto” (Gio 12, 20-33): il punto di partenza è nel Vangelo, in un versetto interpretato laicamente e usato come titolo anche da André Gide. Silvano Tessarollo ne fa un elemento fondamentale per opere di intensa suggestione. A Vicenza, fino al 28 ottobre.

Il fascino è dato dalla location – un’antica chiesa sconsacrata in una zona poco conosciuta di Vicenza – e dal respiro di due installazioni ambientali che parlano di estinzione, ma da cui scaturiscono con straordinaria forza lievi segnali di vita: il fanale di una bicicletta scaraventata su una terra arida che si accende a tratti, mentre la ruota inizia a girare; poche gocce d’acqua che cadono su un muro anonimo e triste, con costanza e ostinazione, fino a disegnare arabeschi scintillanti e incredibilmente vitali. Sullo sfondo, un video documenta un giorno e una notte di un campo di grano, ne fa percepire i suoni e i fruscii, il cambiamento della luce e i minimi movimenti degli steli.
I progetti di Silvano Tessarollo (Bassano del Grappa, 1956; vive a Tezze sul Brenta) hanno per protagonisti i ritmi naturali della nascita e della decadenza, illustrati mediante scenari semplici, con oggetti ed elementi quotidiani del contesto in cui l’artista vive. Da qui trae riflessioni che da un lato sconfinano nell’apocalisse e nella catastrofe ambientale, ma dall’altro non si negano a una possibilità di resurrezione, discreta e silenziosa come lo è la mostra Se il grano non muore.

Marta Santacatterina

Vicenza // fino al 28 ottobre 2012
Silvano Tessarollo – Se il grano non muore
a cura di Julia Draganovic e Elena Forin
AB23
Contrà Sant’Ambrogio 23
044 4301519
[email protected]
www.fondazionevignato.it   

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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