In ricordo di Antonello Bulgini, in una casa d’artista

A Villa Borghese s’inaugura la retrospettiva di Antonello Bulgini, artista di origine tarantina venuto prematuramente a mancare nel giugno del 2011. Fino al 4 novembre, l’opera di un uomo solare, che nella sua ricerca ha inseguito nuove visioni per dar vita alle ombre.

Abbiamo deciso di indagare ancora criticamente e coraggiosamente l’esperienza sensibile e pittorica dei lavori di Antonello, per dare e cercare espressione ed emozione”, afferma Fabrizio Pizzuto, curatore della retrospettiva di Antonello Bulgini (Taranto, 1960 – Roma, 2011) insieme a Claudio Libero Pisano.
Scelta degna di attenzione, quella dei curatori: ambientare la retrospettiva in uno dei pochi spazi museali in Italia che fu una casa d’artista. Chi non ricorda infatti le “stanze rovesciate” di Bulgini? Interni intimi, domestici, realizzati sovvertendo le leggi della percezione. Sorta di scatole duchampiane, camere obscurae dove lo spettatore – sospeso nel tempo e nello spazio – è chiamato a ricomporre l’ordine delle cose. Luoghi che rappresentano la psiche: stanze della memoria che albergano accanto a stanze vuote. Un caos dinamico di forme, stimoli e rappresentazioni dove nulla è immobile e predefinito; dove – come sosteneva Watzlawick – “non c’è alcuna illusione, perché c’è solo illusione”.
Qui Bulgini inseriva le sue “quadrerie”: i suoi Bestiari, ritratti, autoritratti, immagini riesumate dal proprio vissuto o dalle produzioni artistiche del passato; i suoi paesaggi bizzarri dal sapore dechirichiano, in bilico fra il tragico e l’ironico, sempre misteriosi.

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Antonello Bulgini – Notizie Lievi – Museo Pietro Canonica, Roma 2012

Ecco allora nelle sale del museo, marmi e bronzi di opere celebrative, funerarie d’impronta classicista o simboliste, dialogare per contrasto con le superfici in acciaio specchiante dei lavori di Bulgini, posti sul pavimento. Si accentua lo stato instabile e transitorio che l’artista simula già nella relazione fra supporto e materia. Ci si ritrova spettatori all’interno dell’opera, indistinti, accanto alla pittura di elementi tratti da una poetica del quotidiano.
E campeggia su una parete della seconda sala, lo straordinario enigmatico Iafet, capolavoro realizzata da Bulgini insieme con il figlio di quattro anni – che ha tracciato segni con i pennarelli – ispirandosi al ritratto di un anonimo marinaio dipinto da Antonello da Messina. Qui s’intensifica la percezione del potere quasi magico dei bambini nel “sentire” cose e persone. Qui la “stanza” dispiega il suo potenziale fantasmatico: luci e ombre, vivi e morti compongono la stessa scena nell’immaginario. Il passato è ancora presente, il presente è passato.

Lori Adragna

Roma // fino al 4 novembre 2012
Antonello Bulgini – Notizie Lievi
a cura di Claudio Libero Pisano e Fabrizio Pizzuto
MUSEO PIETRO CANONICA
Viale Pietro Canonica 2
06 0608
[email protected]
www.museocanonica.it

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Lori Adragna

Lori Adragna

Lori Adragna nata a Palermo, vive e lavora a Roma. Storico dell’arte con perfezionamento in simbologia (Arte e simboli nella psicologia junghiana). Critico e curatore indipendente, dal 1996 organizza mostre ed eventi culturali per spazi privati e pubblici tra cui:…

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