Venezia 69. Play It Again, Alberto

Cambio di guardia per la direzione del Festival di Venezia. Che, dopo otto anni di Marco Müller, neodirettore del Festival di Roma, ritorna ad Alberto Barbera. Lui ha all'attivo un altro mandato per la kermesse, datato 1998, dal quale era stato però anticipatamente destituito dall'allora Ministro dei Beni Culturali, Giuliano Urbani. Parliamo di cinema, che incombe sulla Biennale di Architettura ancora alle sue battute iniziali.

Dopo la cura ricostituente somministrata da Müller, che ha rialzato gli standard del festival, costruito una personalità e riportato all’attenzione internazionale l’appuntamento veneziano, Barbera promette un’edizione più snella e agile, con un numero inferiore di opere presentate: 18 per il concorso, 18 per Orizzonti, 15 per il fuori concorso (più 9 documentari) e una retrospettiva dedicata ai classici restaurati.
Aprirà il festival Mira Nair, Leone d’Oro 2001 per Moonsoon Wedding, con The Reluctant Fundamentalist. Il 18esimo film a “sorpresa”, come giustamente si sospettava, sarà The Master di Paul Thomas Anderson, protagonisti Philliph Hoffman Seymor, Joaquin Phoenix, Ami Adams. Il titolo concorrerà anche al Toronto Internationl Film Festival, per il quale non è richiesta l’anteprima mondiale. Ma in concorso ci saranno anche altre star, a cominciare da Brian De Palma con Passion, starring Rachel McAdams, Noomi Rapace e Paul Anderson. Terrence Malick (Palma d’Oro 2011 con The Tree of Life) presenterà To The Wonder, portando sul tappeto rosso Ben Affleck, Javier Bardem, Rachel Weitsz e l’ex Bond Girl Olga Kurilienko.

La nuova Sala Grande Foto ASAC 4 Venezia 69. Play It Again, Alberto

La nuova Sala Grande al Lido di Venezia – photo ASAC

Da Oriente arrivano i graditi ospiti Kim Ki-duk e Takeshi Kitano. Il primo, più apprezzato in Europa di quanto non lo sia in patria, dopo l’aberrazione di Arirang, per il quale aveva pure vinto il premio della giuria di Cannes l’anno scorso, proporrà una Pieta. L’altro, habitué della mostra, torna con Outrage Beyond, magari migliore del suo Glory to the Filmaker. Ma ci sarà anche Ulrich Seidl con il secondo capitolo della sua trilogia sui Paradisi, questa volta sul tema della fede (il primo a Cannes 2012 era sull’amore). Gareggiano anche il francese Olivier Assayas (Something in the Air) e gli italiani Marco Bellocchio (Bella Addormentata) e Daniele Ciprì (È stato il figlio).
Il fuori concorso non è meno fitto di appuntamenti, dal documentario di Jonathan Demme su Enzo Avitabile, in programma per la seconda serata del giorno della cerimonia d’apertura, all’ultima fatica di Susanne Bier, Love Is All You Need. Ritorna anche l’inossidabile Manoel de Oliveira, che conosce il segreto dell’immortalità dall’alto dei suoi 105 anni, col suo 36esimo film, O gebo e a Sombra. Robert Redford fa sempre notizia ed è una presenza politica strategica, perciò anche a lui è stata messa a disposizione una vetrina. The Company You Keep, il titolo. Infine Spike Lee presenterà il documentario su Michael Jackson, Bad 25, per cui si attende uno stuolo di fan inferociti. Al regista afro-americano andrà anche il premio Jaejer Le-Coutre Glory to the Filmaker.
Premio alla carriera invece per Francesco Rosi.

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Francesco Rosi

Tra le novità dell’anno, la sigla (il jingle che viene trasmesso prima di qualsiasi proiezione), opera animata di Simone Massi, creata su 300 disegni e musicata da Francesca Badalini; una appendice telematica con obbiettivo promozionale che consisterà in una sala virtuale di 500 spettatori sparsi nel mondo che assisteranno, previo pagamento di un biglietto di 4 euro, al live streaming della proiezione ufficiale. Valido solo per la sezione Orizzonti. L’altra importante novità è che sarà avviato un Mercato del film, assenza del quale era una delle gravi debolezze del festival, che si svolgerà nei primi giorni della mostra. Infine, vale la pena spendere qualche parola sul progetto Biennale College-Cinema, un laboratorio di alta formazione aperto ai giovani filmaker di tutto il mondo, per la produzione di film a basso costo e sotto la curatela di grandi firme registiche.
Mentre l’ufficio stampa continua la sua opera quotidiana di diffusione informativa, serpeggia tra gli operatori del settore il presentimento che la competizione tra Roma e Venezia non è di là da venire. Possibilità diplomaticamente dissimulata dal presidente Baratta durante la conferenza dello scorso 26 luglio.

Federica Polidoro

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Federica Polidoro

Federica Polidoro

Federica Polidoro si laurea in Studi Teorici Storici e Critici sul Cinema e gli Audiovisivi all'Università Roma Tre. Ha diretto per tre anni il Roma Tre Film Festival al Teatro Palladium, selezionando opere provenienti da quattro continenti, coinvolgendo Istituti di…

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