Sulle Alpi Apuane, a ricordare quando qui passavano Moore, Mirò, Cragg. Ci pensa il Premio Fondazione Henraux: ecco la fotocronaca della prima edizione…

Il primo classificato è Fabio Viale, con la scultura Arrivederci e grazie, due imponenti buste che si direbbero di carta stropicciata; ci sono poi due secondi classificati, Alex Bombardieri con Sàmara, due semi d’acero ingigantiti, e Mattia Bosco con Bue Tractor, in onore della bestia che per secoli ha permesso il trasporto del marmo stesso. […]

Il primo classificato è Fabio Viale, con la scultura Arrivederci e grazie, due imponenti buste che si direbbero di carta stropicciata; ci sono poi due secondi classificati, Alex Bombardieri con Sàmara, due semi d’acero ingigantiti, e Mattia Bosco con Bue Tractor, in onore della bestia che per secoli ha permesso il trasporto del marmo stesso. A Querceta, provincia di Lucca, si annunciano ufficialmente i vincitori della prima edizione del Premio Fondazione Henraux in memoria di Erminio Cidonio: fra paesaggi monocromi se il cielo è nuvolo, abbaglianti se c’è il sole, con le Alpi tagliate in pareti venate da capogiro, Philippe Daverio si sdraia per affacciarsi dai burroni, pronto per i servizi fotografici.
La serata di premiazione è preceduta dalla visita alle cave, compagni di scalata, tra gli altri, Jean Blanchaert (coordinatore della giuria), Paolo Carli (presidente Fondazione Henraux), Christos M. Joachimides (storico dell’arte), Veronica Gaido (fotografa e membro della giuria): è lei che è intenta a realizzare il servizio fotografico con Philippe Daverio (presidente della giuria), riconoscibile dal papillon a pois, anche se mimetizzato nel marmo dall’abito bianco. Anche la designer Rossana Orlandi – il carisma la precede – fa parte del comitato che ha proposto i diciassette artisti concorrenti al premio di scultura, comitato battezzato Accademia dell’Altissimo. L’ambizione del nome è pienamente giustificata dal Monte Altissimo, da cui Henraux (come anche Michelangelo Buonarroti faceva, secoli fa) estrae il marmo, un battesimo “spirituale e spiritoso” sentenzia un sorridente Paolo Carli.
La Fondazione è nata l’anno scorso (ma pensata da molto prima) in ricordo di Erminio Cidonio, amministratore dell’azienda negli anni Cinquanta e Sessanta, che ha portato in Versilia designer, architetti e artisti contemporanei del calibro di Henry Moore, Joan Mirò, Tony Cragg, con il marmo immacolato a fare da esca. Cinquant’anni fa il seminario di scultura concepito da Cidonio e affidato a Giuseppe Marchiori si rivolgeva a giovani artisti “che non avessero superato il trentesimo anno d’età”; nel premio di oggi, anch’esso rivolto ai giovani, gli anni da non superare sono quaranta. Ad assistere a tutto questo c’era anche Artribune: e per voi c’è l’ampia fotogallery…

– Lucia Grassiccia

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Lucia Grassiccia

Lucia Grassiccia

Lucia Grassiccia è nata a Modica (RG) nel 1986. Dopo una formazione tecnico-linguistica ha studiato presso l’Accademia di belle arti di Catania, dove ha contribuito a fondare e dirigere un webzine sperimentale (www.hzine.it) gestito da un gruppo di allievi dell’accademia.…

Scopri di più