Anno nuovo, logo nuovo. Ecco il new look di MiArt: ma grafica appena ridisegnata con Frank Boehm era proprio tutta da buttare?

Aridatece Federico Pepe. Questo qualcuno potrebbe pensare, con riferimento all’art director incaricato lo scorso anno da Frank Boehm, vedendo la nuova immagine scelta come biglietto da visita per il MiArt versione Vincenzo de Bellis. Già, perché la revisione di logo e visual communication era parsa come una delle cose buone – seppur assai azzardate – apportate dal […]

Aridatece Federico Pepe. Questo qualcuno potrebbe pensare, con riferimento all’art director incaricato lo scorso anno da Frank Boehm, vedendo la nuova immagine scelta come biglietto da visita per il MiArt versione Vincenzo de Bellis. Già, perché la revisione di logo e visual communication era parsa come una delle cose buone – seppur assai azzardate – apportate dal direttore tedesco, con quello stile fra il neogotico e il post-Nouveau certamente originale. Ma il look oggi è troppo importante, specie se si vuole dare la sensazione di una sterzata, per cui è questo il primo provvedimento della nuova gestione: tutto cancellato dopo solo una edizione. Sostituito con un progetto grafico – per quel che si può vedere ora, se sarà questa la grafica della fiera – non meno retrò, stavolta più seventies oriented. Senz’altro, ad uno sguardo a caldo, di impatto più debole e rispetto al lavoro di Pepe.
Per il resto, il comunicato circolato per aggiornare sui lavori in corso alla fiera milanese più o meno conferma informazioni già note: grande lavoro curatoriale di team, suddivisione delle gallerie in quattro sezioni – Established, Emergent, THENnow ed Object -, accelerazione sul fronte miartalks, curati da Alessandro Rabottini e Fionn Meade, mentre il Vip program sarà seguito da Damiana Leoni.

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Redazione

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