Fortunatamente questo non è manga

La cultura occidentale riconosce nel manga il fumetto giapponese di genere. In questo caso scordatevi però Ken il guerriero. Perché Canicola, che è abituata a stupire, si è spostata nella "terra di mezzo" e ha sdoganato con coraggio la Cina. Quella più creativa e misconosciuta.

Già nel 2010 c’erano buoni motivi per stupirsi. Canicola fece sbarcare ad Hamelin un autore come Yan Cong. Con lui, una mostra e un libro: Il sogno dell’elefante. Un centinaio di pagine ben confezionate in una cover rosso fegato che – appunto – metteva in luce un elefante. Giallo, steso, col ventre aperto e gli occhi vivi. Ebbene, questa è stata la prima vera dimostrazione di come la percezione del fumetto orientale, qua da noi, poteva cambiare.
Un percorso in bianco e nero, onirico, carico di passioni e di pulsioni. Un segno grafico che lo colloca di diritto nell’universo underground. Eppure quel giovane di Pechino, Yan Cong, era capace di questo e altro. Ha rappresentato di fatto la prima luce verso l’arte contemporanea del fumetto orientale (pardon, cinese). Quello lontano dai popolari manga, quello che stride forte pure con le regole del mercato e che regala però – seppur con narrazioni non sempre decifrabili nel contesto sociale, ma questo può essere anche un nostro limite – un nuovo modo di leggere il fumetto. Quello cinese, appunto.

yan cong Fortunatamente questo non è manga

Yan Cong

E Cina è anche il titolo della nuova raccolta edita da Canicola. Storie brevi e brevissime di autori ricchi di spunti narrativi e di soluzioni stilistiche non scontate. Ritroviamo quindi Yan Cong, che pur essendo riconoscibile nel segno, qui cambia inquadrature e cornici. Ma soprattutto trova il colore. Un approccio pittorico che, in chiave quasi iperrealista, trova la sua complementarietà nei disegni a matita di Anusman. Così, a poco più di quarant’anni dall’uscita dell’antologia (I fumetti di Mao curata da Umberto Eco, Jean Chesnaux e Gino Nebiolo), ecco una nuova raccolta che restituisce una spiazzante e sorprendente raccolta sull’avanguardia del fumetto cinese contemporaneo.
Oltre agli autori già citati, nelle 190 pagine raccolte da una raffinata copertina viola e oro che nessuna riproduzione digitale è capace di restituire degnamente, si trovano le matite metafisiche di Son Ni e Chihoi (il suo è forse il contributo più alto), i racconti minimali di Wen Ling, la ritmica di Phycheez e la metafora – anzi, l’utopia in bianco e nero – dello struzzo Ann Xiao. Con loro anche Tang Yan (sua l’illustrazione di copertina e una serie di racconti visionari), i messaggi complessi di Huo Xiaozhi, Yue Ming, la tagliente ironia a colori di Hok Tak Yeung nel rapporto comico drammatico tra torturatore e torturato, l’onirismo di Lan Lan, Storyof e Jin Ningning.

Fortunatamente questo non è manga

Hou Xiaozhi

“Crediamo che il nuovo fumetto cinese”, scrive Edo Chieregato, che ha curato l’antologia insieme a Liliana Cupido, “per potenza immaginifica, ricerca di stili grafici, varietà delle tonalità narrative stia nella zona di centro del fumetto contemporaneo”. Uno sforzo che, oltre che nelle immagini, si manifesta anche nelle traduzioni dei testi. Quella di Chieregato e del gruppo Canicola è un’attenzione maniacale che non trascura alcun dettaglio. E pensare che il numero undici della rivista, quello dedicato ai quattordici giovani autori provenienti da Pechino, Fushun, Nanchino e Hong Kong, aveva portato con sé anche una mostra (Isole cinesi) che, curata da Hamelin, è stata ospitata fino al maggio scorso dalla 14esima edizione dell’Udine Far East Film Festival.

Gianluca Testa

AA.VV. – Canicola 11. Cina
Canicola, Bologna 2012
testo in italiano e traduzione in inglese
Pagg. 192, ill. col. e b/n, € 18
ISBN 9788890694103
www.canicola.net

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Gianluca Testa

Gianluca Testa

Gianluca Testa (Lucca, 1977) è un giornalista che si occupa di arte (in particolare il fumetto) e di temi legati al mondo del volontariato e del Terzo settore. Collabora col Centro Nazionale per il Volontariato, è redattore della rivista Volontariato…

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