Aspettando la fine del mondo

L'istinto porta a sopravvivere. Perché prima di ogni fine, reale o metaforica che sia, c'è sempre un inizio. Quindi il desiderio di vivere, raccontare, costruire. È quel che capita agli unici due musei del fumetto in Italia, a Lucca e Milano. Con pochi soldi, ma con tanta voglia di fare.

Il fumetto “tira”. Anzi, “tirerebbe”. Se non fosse che, come tutto il settore della cultura, subisce tagli pesanti e a volte indiscriminati. Se il fumetto non è un’arte minore, allora anche i musei dedicati alle storie disegnate meriterebbero – pardon, meritano – risorse e professionalità. Così capita che le uniche due strutture che si pongono l’obiettivo di promuovere la nona arte si vedano stringere le mani al collo. A Lucca come a Milano. Perché di musei del fumetto, in Italia, ne esistono due. Il primo è nato anni fa nella città toscana sull’onda lunga del successo di Lucca Comics & Games. L’altro ha appena un anno di vita e trova forma e sostanza a Milano, la città dell’editoria a fumetti.
Partiamo da Lucca. Il museo ha allestito 60 mostre nell’ultimo quadriennio e centinaia di migliaia di disegni e filmati sono stati inseriti in una banca dati – in parte consultabile sul sito – che sarà alimentata anche dal Museo WOW di Milano. Il MuF toscano può contare su 2.700 mq di superficie espositiva, con un aumento di 1.200 mq negli ultimi due anni e altri 2.000 mq a breve. Cioè quando, conclusi i lavori di ristrutturazione che partiranno in primavera, sarà inaugurata la scuola d’alta formazione.

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Audace Bonelli - Museo WOW, Milano 2012

Si tratta comunque di un percorso a ostacoli“, spiega il direttore Angelo Nencetti. “Ogni anno non si sa quanti soldi ci arriveranno. I tempi lunghi per i pagamenti delle commessa complicano il rapporto coi fornitori. Insomma, non c’è certezza organizzativa“. Sì, perché il Muf è un museo comunale. Nel 2008 aveva 456mila euro a disposizione, mentre nel 2011 ha potuto contare su 212mila euro. “Sono crollati anche i contributi delle fondazioni bancarie, e in questo 2012 dovremo fare i conti con un ulteriore taglio del 20%. Tutto è inversamente proporzionale: aumentano le attività, diminuiscono le risorse. Senza considerare, poi, che solo il personale costa ogni anno 138mila euro“. Insomma, qual è la strada? Privato o pubblico? “Ci sono pro e contro“, dichiara Nencetti. “Da una parte perderemmo le risorse delle fondazioni, dall’altra saremmo liberi dalla burocrazia. L’istituzione, invece, garantirebbe una certa autonomia. Le fonti di introito? I biglietti, se portano 30mila euro l’anno, è grasso che cola. Più importante è collocarsi in un percorso comunale fatto di convenzioni e biglietti cumulativi“. Il MuF diventerà mai un museo nazionale? “Per il riconoscimento del Ministero è solo una questione di natura burocratica. Una volta abbattute le barriere architettoniche, avremmo i requisiti necessari“.

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Audace Bonelli - Museo WOW, Milano 2012

Quando nel 2009 fu sottoscritto l’accordo per la costituzione di un Centro nazionale sulla comunicazione per immagini, oltre a Nencetti, Luca Boschi e il sindaco Mauro Favilla, c’era anche Luigi Bona della Fondazione Franco Fossati, che ora gestisce il WOW di Milano. In poco meno di un anno, circa 25mila visitatori. “Siamo partiti con pochi mezzi, abbiamo ingranato la marcia e avviato il WOW, che non usufruisce di nessun finanziamento pubblico“, spiega Bona. La vecchia Giunta chiedeva perfino l’affitto dei locali. “Con Pisapia si compiono lenti passi in avanti e il museo presto sarà inserito nel sistema bibliotecario comunale“, aggiunge. Con la Regione la situazione è scoraggiante: “Nessun sostegno se non parole prive di effetti concreti, almeno finora“, precisa il direttore. Per cui WOW sopravvive con sponsor tecnici. E un sostegno importante per i prossimi tre anni gli è arrivato dalla Fondazione Cariplo.

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Diabolik

Intanto, però, si rafforzano le collaborazione con altri enti. “Siamo in una fase di consolidamento e, oltre a cercare nuovi contatti, ci dedichiamo a scambi proficui con Pensare Oltre, con il MuF e con la Fondazione Franco Fossati, da cui proviene parte del materiale che costituirà la permanente prevista al piano terra “. Il WOW organizza anche laboratori e momenti formativi. E mentre il MuF si dedica agli anniversari di Diabolik, Dago e Martin Mystère, il 2012 del museo di Milano ospiterà mostre patrocinate dal Giappone, dall’India e dalla Repubblica Ceca: da One piece a Jiří Trnka fino alle cantastorie indiane e all’esposizione sulla fine del mondo.
Così, in attesa che il mondo finisca, per accertarci di essere svegli quando succederà, ci si potrà ubriacare di caffeina al Gotham Cafè, d’imminente apertura, che si affaccerà sul cortile del museo.

Gianluca Testa e Lucia Grassiccia

www.museoitalianodelfumetto.it
www.museowow.it

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #7

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Gianluca Testa

Gianluca Testa

Gianluca Testa (Lucca, 1977) è un giornalista che si occupa di arte (in particolare il fumetto) e di temi legati al mondo del volontariato e del Terzo settore. Collabora col Centro Nazionale per il Volontariato, è redattore della rivista Volontariato…

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