Sembra un centro d’arte contemporanea nordeuropeo, è un resort gourmet in provincia di Roma. Francesco Aniello firma la non-architettura di Antonello Colonna

Sembra una kunsthalle finlandese. Pare un laboratorio di altissima specializzazione tedesco. Somiglia ad una di quelle cantine disegnate da archistar in Spagna. Invece siamo in provincia di Roma, luogo paesaggisticamente non molto pregiato e architettonicamente piuttosto disastrato da una edilizia raffazzonata che ha divorato i kilometri di campagne dell’Agro Romano, di quello Pontino, della Ciociaria. […]

Sembra una kunsthalle finlandese. Pare un laboratorio di altissima specializzazione tedesco. Somiglia ad una di quelle cantine disegnate da archistar in Spagna. Invece siamo in provincia di Roma, luogo paesaggisticamente non molto pregiato e architettonicamente piuttosto disastrato da una edilizia raffazzonata che ha divorato i kilometri di campagne dell’Agro Romano, di quello Pontino, della Ciociaria.
Labico è ancora campagna capitolina, ma annusa già i venti della Ciociaria. Paese sconosciuto se non fosse stato per Antonello Colonna, chef geniale che in tempi non sospetti (era il 1985) impiantò qui un ristorante gourmet. Dopo il passaggio a Roma, dove Colonna gestisce con crescente successo l’Open, il ristorante dentro al Palazzo delle Esposizioni, Antonello torna a Labico con una struttura unica, quanto meno in Italia.
Enormi pareti a cemento vivo che paiono il Maxxi. E poi le vetrate, il sapiente utilizzo delle resine, dei metalli, del legno scuro per alcune pareti. Gli oggetti di design firmati disseminati un po’ in tutta la struttura e poi quelli recuperati (antichi mobili da ufficio degli anni ‘50) e, infine, quelli realizzati appositamente per il posto: ad esempio i tavoli fatti con le putrelle e semoventi su ruote per poter cambiare gli spazi in ogni momento.
Il posto si chiama Vallefredda ed è molto di più di un resort, di un albergo di lusso, di una grande spa, di un ristorante gourmet, di un agriturismo di charme o di una azienda agricola. Sicuramente è un progetto architettonico che riesce con successo a dialogare con il paesaggio, rimanendo minimal ma non freddo, rimanendo accogliente ma adatto anche ad eventi di ogni tipo. Eventi, appunto, anche culturali. Se al Palazzo delle Esposizioni Colonna convive in uno spazio firmato da Paolo Desideri, qui è Francesco Aniello a disegnare il profilo dell’edificio. “La mia convivenza con il Palazzo delle Esposizioni non è un caso e non è un caso la mia frequentazione con uomini che si occupa di arte, letteratura, cultura. Ecco perché” ci ha spiegato Colonna “qui organizzerò la mia Foodstock, proprio come Big Luciano faceva con Pavarotti & Friends. Inviterò i miei amici e si metterà in campo la creatività, anche se tutto comunque ruoterà attorno al cibo”.
In attesa di Foodstock, prevista per il 4 luglio, l’impronta artistica di Vallefredda non si smentisce fin da subito. Alcuni spazi sono destinati a temporary gallery in attesa di intessere relazioni con grandi operatori culturali del paese (Galleria Continua potrebbe essere tra i papabili), nella grande hall d’ingresso c’è una libreria d’arte e design curata da 24Ore Cultura e la suite più esclusiva della struttura potrebbe trasformarsi per alcuni mesi l’anno in residenza d’artista (“mi piacerebbe invitare il mio amico Anish Kapoor”, ci confessa lo chef – patron). E sui programmi già c’è, a quanto risulta ad Artribune, una sorta di supervisione -per il coté artistico- da parte di Marco Delogu, direttore del Festival Internazionale di FotoGrafia.

www.antonellocolonna.it

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