Ritorno in centro per Il Ponte Contemporanea. La galleria capitolina abbandona il distretto di Porta Portese e apre uno spazio nel cuore della Roma barocca. Le foto in anteprima

In pochi anni questo è il quarto cambiamento di sede, ma ha tutta l’aria di restare definitivo per un po’ di tempo, viste le caratteristiche dello spazio che, per la prima volta, offre alla Galleria Il Ponte Contemporanea un affaccio su strada di grande impatto. Molti ricorderanno i tempi di Via Montoro con lo spazio […]

In pochi anni questo è il quarto cambiamento di sede, ma ha tutta l’aria di restare definitivo per un po’ di tempo, viste le caratteristiche dello spazio che, per la prima volta, offre alla Galleria Il Ponte Contemporanea un affaccio su strada di grande impatto.
Molti ricorderanno i tempi di Via Montoro con lo spazio principale (dove poi andò la giuliana LipanjePuntin nella sua parentesi romana) e l’adiacente Ponte Project (dove poi andrò la partenopea Changing Role nella sua parentesi romana). Poi fu la volta di Via di Monserrato, in uno spazio affacciato su Piazza de Ricci e in seguito il trasferimento, durato solo un anno, nella zona di Porta Portese, in un distretto che molto ha promesso ma che poco ha mantenuto. In quell’area, dalla quale oggi Il Ponte Contemporanea si sposta per tornare in centro, dovevano trasferirsi altre importanti realtà galleristiche cittadine come Magazzino e Lorcan O’Neill, ma poi la crisi ha iniziato a mordere sempre di più e la complessa operazione immobiliar-artistica è andata a farsi friggere. In quel quartiere, che pure noi su Artribune un anno fa salutammo come nuovo possibile distretto creativo romano, il Ponte rimase da sola e da solo sarebbe rimasta in assenza di una eccellente occasione per cambiare di nuovo.
Ecco da dove deriva il ritorno in pieno centro storico di Bruno Puiatti e Giuliano Matricardi. Lo spazio si trova in Via di Panico, tra i vicoli della Roma barocca a due passi da Castel Sant’Angelo e a tre da Piazza Navona. Le vicine di casa sono di tutto rispetto, da Sara Zanin a Frutta, da Giacomo Guidi a Marie-Laure Fleisch passando per Monitor, Federica Schiavo, Maria Grazia del Prete, Delloro e The Gallery Apart.
Lo spazio è una ex galleria antiquaria, dotata di ben sei aperture lungo una strada piuttosto turistica. “Abbiamo raschiato il pavimento e sotto c’era questa bella graniglia che abbiamo deciso di lasciare così” ci hanno raccontato i galleristi. “Lo spazio in realtà è grande il doppio, ma tutta la parte sotterranea la restaureremo in seguito. Laggiù vogliamo fare una sorta di magazzino evoluto, hi tech e ‘consultabile’. D’altronde ormai è in magazzino che si vende di più…”.
Appuntamento per giovedì 3 maggio, di pomeriggio, per l’opening della prima mostra nel nuovo spazio, la personale di Thomas Glassford. E appuntamento ai prossimi giorni per sapere, invece, la nuova location di Emme Otto, altro trasloco galleristico romano: dove troverà sede la galleria abbandonando Via Margutta? Il riserbo, anzi il mistero, è ancora totale.

www.ilpontecontemporanea.com


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