Una storia nella storia. St Ives e Simon Fujiwara

Anglo-giapponese, giovane e affermato, vive a Londra e Berlino. Ma Simon Fujiwara è cresciuto in Cornovaglia, a pochi passi da quel distaccamento della Tate a St Ives che ora gli rende omaggio. Così, fino al 7 maggio, un artista del 1982 ha una grossa “retrospettiva” in uno dei musei più noti al mondo. Anche se non proprio nella sede londinese.

Si apre con un ringraziamento commosso e grande clamore di pubblico la mostra di Simon Fujiwara (Londra, 1982) alla Tate St Ives. Sono sette le grandi installazioni in mostra qui in Cornovaglia, nel grande museo che Simon visitava quando era bambino e viveva nella vicina Carbis Bay. Cinque installazioni commissionate dalla Tate, insieme a Welcome to The Hotel Munber e Letters From Mexico. Una mostra che riunisce tante storie di Fujiwara, tanti “personaggi”, come li definisce lui, e artisti che hanno vissuto a St Ives.
La magica atmosfera di questo luogo è già nella prima opera che si vede in mostra: in Selective Memories, Fujiwara accosta quattro fari enormi dalle sembianze un po’ giocose e un po’ falliche ai velieri di Alfred Wallis, il pittore autodidatta che ispirò la Scuola di St Ives. L’opera elabora il ricordo della luce del faro di Godrevy Island che entrava dalla finestra di Simon e, al contempo, ironicamente accoglie i visitatori con un souvenir tipico del luogo, la statuetta del faro.

Simon Fujiwara Mirror Stage Una storia nella storia. St Ives e Simon Fujiwara

Simon Fujiwara - The Mirror Stage - 2009-12 - veduta dell’installazione presso la Tate St Ives, 2012 - courtesy l’artista

Ma la mostra in realtà racconta come tutto è cominciato nel 1993 quando, all’inaugurazione della Tate St Ives, un Simon allora undicenne vide uno degli Orizontal Stripe Painting di Patrick Heron (pittore astrattista), che gli cambiò la vita.“È stato come vedermi per la prima volta in uno specchio: ho capito che volevo fare l’artista e ho capito di essere omosessuale”. The Mirror Stage è un atto teatrale scritto da Fujiwara, che per questa mostra diventa installazione: in un video dove spiega a un attore di undici anni come interpretare se stesso, Simon ci racconta questo momento di scoperta dell’io. Cosi come teorizzato da Jacques Lacan, attraverso un’immagine esterna del proprio corpo proiettata su quella di una figura femminile, l’uomo prova una sensazione fisica che genera coscienza dell’io. Come sempre, da biografica la memoria diviene fiction, e Fujiwara narra come le righe colorate del grande dipinto-specchio di Heron abbiano non solo causato in lui questo momento di coscienza, ma abbiano influenzato anche il lavoro di Francis Bacon (che per un anno visse a St Ives) e del suo Reclining Woman presente in mostra, e siano diventate oggi ispirazione per il mondo del design (al centro un letto con lenzuola a righe).
Dallo sfondo autobiografico, Rehearsal for a reunion (with the father of pottery) ci mostra il rapporto con il padre, mentre in Mothers, of Invention Simon racconta il periodo della scuola e più in generale il rapporto con la figura femminile, accostando a opere di Barbara Hepworth, Andrea Fraser e Sarah Lucas (tutte della collezione Tate) due installazioni, ritratto una della sua insegnante di arte, rappresentata da una scultura con le sembianze della Hepworth, e una di quella di violoncello.

Simon Fujiwara Saint Simon Una storia nella storia. St Ives e Simon Fujiwara

Simon Fujiwara - Saint Simon - 2012 - veduta dell’installazione presso la Tate St Ives, 2012 - courtesy l’artista

Nel contesto delle esperienze e dei racconti semiautobiografici, Simon Fujiwara introduce elementi legati alla cultura popolare spagnola che lo ha spinto più volte a visitare anche il Messico. Ultima opera in mostra è Saint Simon, scultura che riprende l’effige a dimensione reale di Maximon (personificazione del dio Maya Mam, protettore dei viaggiatori) e di Giuda Iscariota. Rappresentato con un cappello da cowboy, occhiali da sole, vino, sigarette e soldi così come lo si trova nelle case e nei bar messicani, il Saint Simon di Fujiwara ha il volto dell’artista, che si immedesima nel santo della tradizione popolare, che porta il suo stesso nome, simile a lui per le origini multietniche, e con un’estetica tutta rivolta al suo amore per l’iconoclastia.
Una mostra che ci racconta tanto, Since 1982.

Francesca Ferrarini

St Ives // fino al 7 maggio 2012
Simon Fujiwara
Catalogo Archive Books
TATE ST IVES
Porthmeor Beach
+44 (0)1736 796226
[email protected]
www.tate.org.uk/stives/


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