Con dieci anni di ritardo su tutti, ma comunque una nuova tendenza. Tutti gli spazi culturali italiani si stanno dotando di connessione wi fi. Un servizio strategico per i visitatori

Con il grande squillar di trombe degli uffici stampa pubblici, ma con i soliti dieci anni di ritardo su tutto il resto del mondo evoluto occidentale, arriva anche in Italia la “tendenza” degli enti comunali o provinciali che dir si voglia a concedere gratuitamente la connessione wi fi in aree museali, monumentali, culturali. Il fenomeno […]

Con il grande squillar di trombe degli uffici stampa pubblici, ma con i soliti dieci anni di ritardo su tutto il resto del mondo evoluto occidentale, arriva anche in Italia la “tendenza” degli enti comunali o provinciali che dir si voglia a concedere gratuitamente la connessione wi fi in aree museali, monumentali, culturali.
Il fenomeno è per fortuna in crescita. Una crescita positiva non solo perché “guardando le opere collegati alla rete si possono condividere impressioni e vivere la mostra in maniera interattiva”, come afferma l’assessore alla cultura del Comune di Milano Stefano Boeri, ma soprattutto perché così le aree culturali diventano più amichevoli, vicine alle esigenze dei più giovani. Si trasformano in grandi luoghi di aggregazione. Specie quando hanno le caratteristiche per esserlo. A Roma c’è appunto Piazza Alighiero Boetti (nell’attesa che il nome venga ufficializzato) fuori dal Maxxi, o – come abbiamo raccontato ieri – lo spazio interno sopra all’auditorium del Macro, denominato Area. Ma anche i Fori Imperiali.
A Milano gli spazi sono molti, dal Museo del Novecento alla Rotonda di Via Besana; spazi a cui proprio in questi giorni si aggiunge il Pac. Così vicino ai giardini pubblici e dunque così adatto ad un ozio laborioso e culturale. Succede dall’inizio degli anni Duemila in tutto il mondo, da oggi pian piano inizia a succedere anche da noi.

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Redazione

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