Opere da concimare, e poi da irrigare. Dopo lo zafferano di Vitone, alla Fattoria Montellori di Fucecchio arriva la scultura di ciclamini di Stefano Arienti. Ecco le foto

“Trovo affascinante il concetto di base delle opere realizzate alla Fattoria Montellori, l’attendere un intero anno l’apparizione di un’opera e poi il suo sparire per ripresentarsi, se cosi vorrà la natura, l’anno successivo”. È in queste parole, l’unicum delle installazioni commissionate dall’azienda agraria toscana: nell’essere realizzate con delle piante, e quindi – come nota Stefano […]

Trovo affascinante il concetto di base delle opere realizzate alla Fattoria Montellori, l’attendere un intero anno l’apparizione di un’opera e poi il suo sparire per ripresentarsi, se cosi vorrà la natura, l’anno successivo”. È in queste parole, l’unicum delle installazioni commissionate dall’azienda agraria toscana: nell’essere realizzate con delle piante, e quindi – come nota Stefano Arienti – nel seguire le sorti della stagionalità, nel manifestarsi.
Dopo Luca Vitone, che lo scorso anno lavorò con 570 bulbi di zafferano, è infatti l’artista mantovano a presentare nel 2011 la sua visione artistico-bucolica: e lo fa grazie a più di 800 ciclamini, che  riportano sul suolo la forma di una mano tesa. Dopo giornali, fumetti, elenchi telefonici, nelle campagne di Fucecchio i suoi medium diventano la terra ed i fiori: nella gallery di Artribune i risultati…

www.fattoriamontellori.it


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Redazione

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