Come si celebra una grande artista? Da un grande collezionista

Una retrospettiva di notevole impatto celebra l’opera di Louise Bourgeois a un anno dalla morte. Accade nella magnifica Fondazione Beyeler di Basilea. Per vederla c’è tempo fino all’8 gennaio del prossimo anno.

Nella prima sala della collezione Beyeler, in genere dedicata ai quadri di Cézanne, si nota una presenza discretamente intrusa: una colonna grigio scura sta in mezzo al passaggio, di fronte a un paesaggio di Cézanne. Si tratta di Memling Down, lavoro creato da Louise Bourgeois (Parigi, 1911 – New York, 2010) nel 1951.
L’opera appare integrata rispetto agli altri quadri, con i quali peraltro non sembra avere particolari relazioni stilistiche. Restando però qualche momento a confronto con essa, ci si accorge che la metrica della colonna di parallelepipedi sovrapposti richiama fortemente la scala che campeggia nel sottobosco di Cézanne. Non è quindi vero che non ci siano relazioni fra le due opere, ma si tratta di relazioni tra alcune e altre forme presenti all’interno di esse, e la distanza tra i due lavori rafforza l’impatto esercitato da questo segmento di unione formale. Lo stesso succede con il rosso del raso di Untitled, del 2000, e il vestito rosso di Madame Cézanne nell’omonimo quadro, ma anche con la relazione che intercettiamo tra la sensorialità dei tessuti utilizzati nel lavoro di Louise Bourgeois e il modo in cui Cézanne tratta i colori dei tessuti del vestito e del divano.

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Louise Bourgeois - photo Jeremy Pollard

Siamo alla Fondazione Beyeler e questo è lo stile delle esposizioni di quell’istituzione, che cerca sempre, nel proporre un soggetto, di dare un tocco di riconoscibilità. E spesso tale tocco consiste in assonanze ed eufonie formali.
Louise Bourgeois condivide dunque con la collezione basilese gli spazi e una serie di temi che talvolta rilanciano proiezioni nuove anche sulle opere della collezione stessa: nella sala in cui viene proposta Quarantania (1947-53) abbiamo le grandi Ninfee di Claude Monet, ma anche il quadro con i Baigneurs di Cézanne, e siamo invitati a indugiare sui temi cromatici e sulle loro variazioni all’interno delle opere anche della collezione.
La mostra si arricchisce poi di due proposte autonome, al piano inferiore: la lunga serie di disegni prodotti durante l’insonnia e accumulati senza alcuna selezione; l’immenso insieme di gabbie che imprigionano la vita.

Vito Calabretta

Basilea // fino all’8 gennaio 2012
Louise Bourgeois – À l’infini
www.fondationbeyeler.ch


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Vito Calabretta

Vito Calabretta

Sono nato in un paese di ottocento abitanti in provincia di Catanzaro, cresciuto a Ventimiglia e ho avuto una prima formazione scolastica a Mentone, in Costa Azzurra, dove ho frequentato anche il Conservatorio Municipale. Mi sono trasferito a Milano per…

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